Omaggio alla Passacaglia – II
Il secondo appuntamento con la Passacaglia nelle sue espressioni del ‘900 lo dedico ad un capolavoro assoluto di Benjamin Britten, tra le più alte pagine del repertorio per chitarra sola: Nocturnal op. 70 – After John Dowland (1963).
E’ costituito da nove “variazioni”, che sono in realtà da intendersi come quadri sonori intorno a temi, stilemi e strutture compositive del grande compositore e liutista di epoca elisabettiana John Dowland, insieme al quale Britten celebra i liutisti e virginalisti inglesi ed il loro peculiare linguaggio.
Pubblico di seguito le indicazioni preposte dall’autore agli otto brani, che talora rispecchiano modi d’esecuzione, altre volte sono evocazioni di stati d’animo; nonostante l’apparente intenzione rievocativa, il lavoro di Britten è fortemente intellettuale, e conduce l’ascoltatore attraverso un’esperienza avvincente nella quale gli indugi poetici sono spesso velatamente ironici, mentre resta in evidenza il lavoro costruttivo, di elaborazione ritmica e melodica, oltre che l’esplorazione delle possibilità sonore di questo strumento. Il numero otto corrisponde alla Passacaglia, della quale propongo l’ascolto; trovo comunque che il Nocturnal sia un lavoro meritevole di essere conosciuto nella sua completezza.
– Musingly
– Very agitated
– Restless
– Uneasy
– March-like
– Dreaming
– Gently rocking
– Passacaglia
– Slow and quiet ( come heavy sleep…)
Benjamin Britten, Nocturnal op. 70 per chitarra (1963): Passacaglia – Slow and quiet. Alla chitarra Julian Bream.
Posso dire una cosa?
Non mi esprimo sul merito di Britten perchè non ne avrei la competenza musicale.
Dò esclusivamente un giudizio di gusto, prendilo per quello che è: a me, che amo Dowland e la forma classica della passacaglia, l’interpretazione di Britten non dà nulla. Emotivamente, dico.
Ecco, quando un linguaggio non arriva a toccare alcuna delle nostre corde, un modo per cercare di apprezzare questo genere di partiture può essere quello di fare particolare attenzione alle sonorità, e alla gamma di sfumature che l’autore riesce a far uscire da questo strumento. Si può farlo all’ascolto accantonando l’attenzione verso la struttura melodica o il fraseggio e concentrandosi sulla poesia delle sonorità, che secondo me raggiunge risultati affascinanti. Però a volte ci vogliono un po’ di ascolti, questo sì. Del Nocturnal di Britten, in assoluto preferisco anch’io altre parti rispetto alla passacaglia.
Grazie dei consigli Tania, sempre validi.