Contatti II. Io e il contact
Sul tema del Contact Improvisation, non posso esimermi dal raccontare la mia personale esperienza, vissuta a Milano alcuni anni fa, un bel fine settimana, nell’ambito di un corso di improvvisazione per musicisti e danzatori. Quale modo migliore per trovare una sintonia tra gli artisti della musica e quelli della danza, che non una bella jam session di contact? Al di là dell’ingenuità insita in quest’idea, posso dire che è stata un’esperienza divertente… nel senso che a me purtroppo veniva tantissimo da ridere , e come me un po’ a tutti i musicisti, i quali spesso hanno una percezione del proprio corpo tutta loro (magari certe parti non sanno proprio di possederle), e nell’ ilarità sì che ci contagiavamo a vicenda, per cui alla fine le jam sortivano un loro effetto comico: e questo è già un risultato. C’era un pianista che faceva delle facce assurde, strabuzzando gli occhi ma restando serissimo, mentre il tema del momento era del tipo: lavorare sul contatto tra le caviglie, e quindi tutti rotolavamo lentamente cercando questo contatto… Solo che se mi capitava di incrociare lo sguardo, anche solo per un attimo, di un danzatore o chi per lui, scoppiavo a ridere immediatamente…e per non farlo dovevo pensare a cose tristissime o minacciarmi da sola, come si fa in questi casi! Lo so, è evidente che c’è una certa carica nervosa un po’ compressa, basta aprire uno spiraglio perché esploda in modo inconsulto…ma alla fine ridere fa bene…meglio di tutto il resto…