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Inevitabile

12 settembre 2010
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Quanto può guaire un cane ferito.

Troppo poco l’abbiamo rincorso, quasi morto di dolore e di spavento. Non si lasciava più raggiungere.

 

 

E poi sulla via di casa mi distraevo cercando Venere che tramontava e Giove che albeggiava, e dal balcone ho puntato il telescopio al grappolo delle Pleiadi nascenti.

E poi ho pensato alle navi da crociera illuminate, ai viaggi possibili.

E poi alla strana ostessa dell’agriturismo dove siamo riusciti a mangiare qualcosa, un pasto opprimente.

 

 

Ma distrarsi non era possibile. Lui era sempre là, con quella povera zampa sollevata, che orinava per lo spavento e piangeva disperato. E mi guardava.

 

 

Qualcuno lo aveva abbandonato prima, però. Qualcuno lo aveva lasciato per strada disorientato e solo, prima che le nostre ruote dure offendessero il suo corpo morbido, coperto di pelo bianco.

 

 

Se stanotte proveremo a dormire ci sveglieranno i suoi guaiti, dal bosco.

 

2 commenti leave one →
  1. arte64 permalink
    15 settembre 2010 09:03

    Nel mondo esiste un dolore tale che non possiamo comprenderlo, e a volte, quando ci tocca così, ci fa un male peggiore di quello fisico.

    • taniapallabazzer permalink*
      15 settembre 2010 19:54

      Quando ci si sente impotenti, c’è sempre un senso di colpa opprimente che ci interpella, una colpa in quella contingenza anche nostra, come sempre quando non si fa abbastanza per rimediare, o lenire, se rimediare non è possibile.

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