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Sano sconcerto

23 febbraio 2011

Oh, ridurlo così, era tanto perfetto. Se non sarà la fine del mondo com’è scritto,  ad agitare l’aria quieta e alterare l’armonia delle forme ci penserà la follia degli uomini. Chi può governare quest’accolita di patetici individui intenti nel loro canto rabbioso? L’uomo che dirige non vede la partitura, colui che la vede non sa dirigere. Essi stessi sono imbarazzati dai contenuti dei propri cervelli, tanto che devono celare alla bell’è meglio le loro teste nei copricapo più ridicoli. Godono malamente, s’infuriano, pensano a cibarsi. E i pennuti, incuriositi dal canto, non sanno  che potrebbero finire nella cesta a zampe insù. Meglio levarsi di qui in tempo prima di finire in brodo, o sulla griglia! Che ne sanno, sciocchi, del loro stesso mondo, cantori malfermi? Persino i loro incubi occupano spazi che non gli appartengono.

 

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4 commenti leave one →
  1. 24 febbraio 2011 08:46

    Finisco di leggere e mi viene in mente l’esclamazione popolare romana: “M’hai detto un prospero!” Bella invettiva.

    • taniapallabazzer permalink*
      24 febbraio 2011 19:25

      Grazie, Pasquale. Ma sai che non conoscevo affatto quel detto? Otto anni a Roma sono ancora pochini…Ogni tanto ne imparo uno nuovo…!!!

  2. arte64 permalink
    27 febbraio 2011 20:53

    Sarebbe forse l’equivalente del toscano “Tu ha’detto stecco”?

    • taniapallabazzer permalink*
      27 febbraio 2011 21:32

      Suona simile, in effetti…e io dovrei sfornare qualcosa in milanese, ma non sono in grado!

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