Tra le piume. Un ritorno
Il canto di un uccello notturno accompagna questa mia sera di quiete. Nel vegliare sul sonno della mia piccola, mi adagio in una ritrovata sensazione di libertà a cui non riesco a credere. E poi, come tuffata tra le piume, vagolo qui e là alla ricerca della miglior occupazione possibile; alla mia mente si affacciano indomiti i Grandi Progetti accantonati, ma li accolgo tiepidamente. Mi pare più il tempo del dolce far niente! Del dedicarsi a piccolissimi svaghi: completare un album di fotografie, lucidare i gioielli d’argento, cucire. Forse persino cucinare un dolce. Ma già questo mi sembra troppo impegnativo. Il vero riposo è non fare alcun progetto. Lasciar depositare il vortice scomposto della sabbia. Sentire di nuovo il proprio corpo appoggiarsi sulla terra, e solo allora farsi leggero.
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Capisco, Tania. Io senza progetti non so riposare. Non sono dunque pronto a morire. (a proposito del canto dell’uccello notturno – se lo hai ascoltato verso le quattro o le cinque è il canto di un merlo)
Caro Pasquale, credo che ogni tanto sia necessario un riposo della mente. Certo: se la mente non riesce a quietarsi, meglio è tenerla occupata.
Il canto che sento io è proprio della notte, della mezzanotte e delle due: in realtà credo siano civette.
Anch’io ho grosse difficoltà a riposare la mente: per rilassarmi leggo, ma anche lì, penso, immagino, vedo. Mi piacerebbe saper fare tabula rasa ogni tanto: il vuoto. Ma mi viene molto difficile. Purtroppo non amo le attività manuali – immagino che quelle potrebbero rilassarmi.
Bentornata!
In realta’ ho sempre avuto anch’io dfficolta’ in questo senso, ma dalla nascita di mia figlia le cose sono un po’ cambiate…almeno, lo sono in questa prima fase.
grazie del bentornata!
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