Passaggio – 1.
(…) …..l’autunno riscoperto nella sua forza rigenerativa e non regressiva, involutiva, annichilente, potrà evocare fecondi miti di fecondazione, di elevazione spirituale, di riconciliazione. Accolto come esperienza di maturazione, di individuazione, di crescita, non potrà allora che emanciparsi esso stesso dagli archetipi della vecchiaia, dal sentore di morte, di finitudine, di futilità. Per chi pensa che ogni fine sia solamente se stessa e non un passaggio potenziale, anche crudele, penoso, ingrato, l’autunno diventa la metafora necessaria per comprendere che non vi è inizio se non c’è stata conclusione – che tardiamo a vedere, a comprendere, ad accettare.
…E’ un incanto contemplare il monte Citoro
che ondeggia di bossi e i pini resinosi di Nàrice,
un incanto guardare i campi
non soggetti al rastrello,
ad alcun lavoro dell’uomo.
[da Virgilio, Georgiche, Libro II]
D. Demetrio, Foliage
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