Umiliati e contesi – III
(…continua)…
Alla luce delle precedenti riflessioni, mi domando allora: in che modo è possibile sollevare dalla frustrazione i musicisti della danza? Da chi deve venire il conferimento di una maggiore dignità alla loro professione?
Sarà necessario anzitutto istituire un corso di studi superiore che indirizzi in tal senso, e che stabilisca quantomeno le basi per una metodologia per le tecniche di accompagnamento, nel quale i docenti potrebbero essere i pianisti più esperti e in grado di trasmettere le loro conoscenze. Ma questi docenti, seduti al pianoforte per la lezione di danza, sono a loro volta assoggettati al meccanismo della gerarchia con l’insegnante; pertanto il loro lavoro continua ad essere qualitativamente svantaggiato nella misura in cui si manifestano incomprensione, scarsa preparazione dell’insegnante, opinabilità di alcuni dettagli di esecuzione.
Non sarà dunque sufficiente un indirizzo di studi appropriato: sarà necessario lavorare ulteriormente alla formazione degli insegnanti, nella direzione di una salvaguardia del rapporto con il pianista, ma soprattutto della relazione con la musica stessa, trasmettendo la concezione di musica come valore universale, attraverso alcuni fondamentali passaggi:
indirizzando alla comprensione competente del segno musicale;
mirando alla formazione del gusto nei confronti della letteratura musicale nella storia, non vista soltanto attraverso le lenti della danza;
costruendo una consapevolezza dell’aspetto più intimo del rapporto tra movimento e musica, non misurato soltanto attraverso le tradizioni di una Scuola.