Dido and Aeneas
Ho visto in video la rappresentazione del Dido & Aeneas di Henry Purcell nella straordinaria versione coreografica e scenica di Sasha Waltz, ripresa in occasione della prima mondiale del gennaio 2005.

Nereidi, tritoni, ninfe danzano una storia d'amore
Conosco bene la partitura dell’opera, Purcell è uno dei miei compositori prediletti: l’ho ascoltata dal vivo l’ultima volta pochi giorni fa presso la chiesa del Sacro Cuore in Roma, in forma di concerto, con la mia amica Nora Tabbush nel ruolo di Didone; qualche anno fa io stessa ho preso parte, come corista, ad una rappresentazione diretta da Sergio Siminovich.
Quando, dalla mia profonda ignoranza, ho appreso che esisteva una “versione” di questa grande coreografa, non me la sono lasciata sfuggire… Così, come è accaduto certamente ai fortunati che l’hanno vista dal vivo, sono rimasta a bocca aperta di fronte alla scena iniziale (su musiche di scena di Purcell, ma non tratte dall’opera): un’immensa vasca trasparente nella quale nuotano creature marine danzanti, come preludio alla narrazione della storia d’amore, tragica, di Didone ed Enea.
Devo ammettere che è stato l’impatto visivo nel suo insieme, dalle trovate scenografiche al disegno luci, ad aver catturato la mia attenzione più di ogni altra cosa: certamente più dell’esecuzione musicale, peraltro sufficientemente fedele al testo e convicente nel suo insieme (con una riserva sull’interpretazione e le qualità vocali della protagonista); e più dei singoli interventi danzati.
L’idea drammaturgica ripercorre la trama di un’opera fondamentale del barocco (un ibrido tra le tradizioni del masque inglese, dell’opera francese e della vocalità italiana) attraverso lo sguardo contemporaneo, sottolineando volutamente alcuni archetipi – il sublime, il comico, il tragico, il grottesco – fino a portarli all’esasperazione. In tal modo vengono a tratti ricreati, ma forse sto dicendo un’eresia, alcuni presupposti da melodramma romantico, che svolgendosi però secondo una trama piuttosto semplificata, avvicinano per un attimo – ma solo per un attimo – questa versione coreografica ad atmosfere da musical: per esempio negli interventi della Sorceress e delle streghe, dove in questa lettura i ruoli sono affidati a interpreti maschili (per le streghe due tenori dalle fattezze simili, che paiono gemelli) che esagerano la maniera grottesca delle movenze e del modo di cantare (potete vedere qui la scena).

T. Gainsborough. The Three Eldest Daughters of George III Princesses Charlotte Augusta and Elizabeth in 1784
Tornando alle trovate sceniche, mi ha colpito moltissimo l’uso del riquadro ricavato nella parete di fondo: all’inizio del secondo atto, dal buio totale, nel riquadro si materializzano tre figure femminili e quest’immagine, grazie al gioco di luci soffuse e all’illusione prospettica, ricorda un quadro di Gainsborough: e come un quadro che prende vita, le tre figure si animano poco a poco.
Stesso stupore volutamente provocano le sortite del coro e dei danzatori da botole che si aprono nel buio del palcoscenico nel terzo atto. Tutte idee che ristabiliscono per l’occasione una definizione barocca di teatro, per l’uso che viene fatto di macchine e stratagemmi spettacolari, in omaggio al teatro barocco e al suo illusionismo.
Uno stralcio della rappresentazione (l’inizio del primo atto) potete vederlo qui.
Sasha Waltz è a Roma per l’inaugurazione del Museo nazionale delle arti del XXI secolo il 14 e 15 novembre, con l’installazione coreografica Dialoge 009- MAXXI (www.romaeuropa.net).
Chiarissimo reportage dell’opera, mi fa venire voglia di vederla! Dov’è che ti sei procurata il video? io della Waltz ho un film, cioè un suo lavoro su un suo soggetto cinematografico: qualcosa di più di una video-coreografia e di diverso da un docu/film. E’ un lavoro molto riuscito secondo me, originale ancora oggi, che mi piace mostrare ai miei allievi attori per sgombrare il campo da preconcetti e idee stantie sulla danza, il teatro, e bla bla bla… Propongo scambi! monica
Ciao Monica! Il video l’ho preso in prestito in una scuola dove lavoro, prima di restituirlo l’ho anche copiato, ma ancora non l’ho “decrittato”; ovvero, i files che ho copiato non sono in grado di aprirli. Pero’ il mio fantastico marito ci riuscirà certamente , prima o poi, e allora te lo faro’ avere, magari attraverso il sistema di condivisione sul web “yousendit”, se scopro come funziona…
Interessante anche lo scambio! A presto, Tania
Benone, allora confidiamo tutte e due in tuo marito, il quale deve essere fortunatissimo per avere una moglie che lo considera fantastico!! non è mica da tutti, io glielo farei notare…:-)
Sì…magari più tardi glielo faccio notare…appena finito di tirarci i piatti del servizio buono…
Che meraviglia di coreografia…
Conosci anche la “Fairy Queen” di Purcell?
Purcell è uno dei miei miti.
Non conosco molto The fairy Queen; conosco bene i songs per voce e basso continuo e parte della musica strumentale. Amo moltissimo anch’io Purcell. Amo le sue sonorità, il tono malinconico e introspettivo di molte pagine, la ricca inventiva del discorso armonico, ma anche la ricorrenza dei bassi ostinati, sui quali costruisce linee straordinarie, che hanno sempre qualcosa di “trascinante”…!