Zarko in posa
Al di là delle vetrate, la pioggia non riesce a cadere diritta verso la terra, ma viene scomposta furiosamente dal vento gelido, spinta contro le finestre con violenza. E’ facile supporre quanto il freddo là fuori sia intenso e sgradevole, tanto che persino la sala rosa pare un ambiente confortevole; oggi è persino ben riscaldata. Mi siedo quindi al piano, dopo aver gettato uno sguardo alle formichine vaganti lì intorno (l’area del pianoforte è l’unica zona franca dove non rischiano di essere spiaccicate): comincia la lezione di repertorio con Zarko. Oggi è rimasto un solo allievo ad eseguire le variazioni (tratte dal Passo a due del balletto di Auguste Bournonville L’infiorata di Genzano), altri sono malati, altri ancora si sono dati alla macchia (li intravedo uno per uno mentre scivolano felpati verso i loro nascondigli).
Nel mezzo delle correzioni di Zarko, che interrompono più volte l’esecuzione della prima variazione, si affaccia una giovane fanciulla con macchina fotografica al collo.
«Mi scusi, le avevo fatto già alcune foto poco fa, durante la lezione, ma mi chiedevo se posso fotografarla di nuovo, con lo sguardo in camera!»
«Ancora delle foto? Va bene. Dove facciamo?»
Si dirigono verso il murales che adorna la parete di fronte alle vetrate.
La fanciulla si lancia nel tentativo di motivare la sua nuova richiesta di foto: «Perché, insomma, mi hanno detto … mi hanno detto … che lei è …»
Sguardo interrogativo di Zarko.
«… Che lei è … lei è quello … lei è russo, no? » [Zarko ha studiato anche in URSS ma è di origine croata]
«Io cosa?»
«Cioé, mi hanno detto che lei è uno molto … – si corregge – … che lei è molto bravo!»
Zarko ride.
«Che cosa? Le hanno detto … ha, ha … Allora, come mi devo mettere?»
E lei lo immortala mentre lui, in una posa un po’ di sbieco, guarda l’orizzonte.
La fanciulla esce.
Zarko: «ha, ha … non sapeva neanche mio nome … ha, ha!».
e chi è Zarko?
… Ha, ha! Ma mica esiste davvero! E’ un personaggio inventato da me. E’ una striscia a fumetti, ne racconto una puntata al mese… E’ per dare corpo a un incubo che attraversa talora il sonno di alcune mie amiche…
oddio che bel nome che hai scelto però! zarko… a metà tra uno psicofarmaco e un porno star… ma che incubi c’hanno le tue amiche?
…uhm…sì, Giovanni, l’associazione con lo psicofarmaco non è scorretta, diciamo, perché poi per liberarsi da certi incubi ci vuole davvero!
…non vado oltre, ecco, che già la vita dei pianisti non è sempre facile, e il lavoro scarseggia…
ciao!
ha ha haha, uahuahaaa! Psicofarmaco eh?! porno star, dite? ehm, Tania, mi sa che la fantasia dei nostri amici blogger galoppa troppo; ma non voglio svelare di più, e sto al gioco 🙂 buone allucinazioni nei prossimi giorni! moni
Galoppa, eccome, ma lasciamola galoppare…non mi farà male ricordarmi di questi “risvolti” fantasiosi del personaggio ogni tanto, in questi giorni…il mio è un incubo quasi quotidiano…(sigh)