“Suonatemi, sono vostro”
Play me I’m yours, così recita lo slogan di un’iniziativa commissionata dal Fierce Festival a Luke Jerram, artista UK specializzato in installazioni pensate per ampi spazi a cielo aperto, che prevedono un’interazione con il pubblico. La prima edizione si è svolta a Birmingham nel 2008: per alcune settimane 5 pianoforti sono stati sistemati in diverse piazze o luoghi di riferimento della città e messi a disposizione di chiunque, con il proposito di far interagire i passanti occasionali con i residenti e i vicini di casa, documentando poi la “storia” di questi strumenti attraverso i post, le foto e i video raccolti dal sito internet. L’esperienza è stata ripetuta nell’ottobre 2008 a Saõ Paulo (8 pianoforti) e nel 2009 a Sydney (30 pianoforti), Birmimgham, Londra… Nel 2010 sono previste riedizioni dell’installazione a Bath, ancora a Londra, poi a Belfast, Barcellona, Cincinnati e in diverse altre città europee e americane.
Gli strumenti in molti casi vengono decorati e agghindati con colori sgargianti e scritte, risultando in tal modo meglio integrati nel contesto metropolitano: non sono pianoforti di gran valore, ovviamente, visto che li lasciano alle intemperie per settimane finché non se ne vanno in malora del tutto (a quel punto, ormai ridotti a scatoloni di ferraglia, vengono generosamente donati alle scuole e alle associazioni degli stessi quartieri…).
Scorrendo i commentari e i video si possono trovare dilettanti che eseguono i loro cavalli di battaglia (anche con lo spartito davanti), bambini e varia umanità curiosa, vecchietti che pasticciano valzer o boogies, giovani biker e skater della notte, musicisti in erba che cercano pubblicità, poliziotti e fattorini…
Bellissima idea!
Nell’atrio dell’istituto dove lavoro c’è un bellissimo pianoforte a coda, ma non ho mai visto nessuno sedersi a suonarlo. Probabilmente mette troppa soggezione il nero lucido. Forse, se lo dipingessimo a strisce…
Oh si, se fosse un po’ colorato suggerirebbe meglio l’idea di un approccio disimpegnato, alla portata di tutti! Però fa un po’ male, ti dirò, come quando in certe case si trovano dei pianoforti a coda ridotti a mobile bar…
Scherzavo!!
Quello va lasciato stare com’è. L’idea di colorare pianoforti più “dimessi” e metterli a disposizione di chiunque è bellissima, ma uno Steinway a coda no…
🙂