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I suoni del mondo

19 marzo 2010

Save our sounds è un programma promosso dalla BBC che invita a realizzare registrazioni di “suoni” provenienti da qualunque fonte, che per noi abbiano un significato tale da meritare la conservazione: dal fruscìo del nastro di un vecchio Super 8 al sibilare del vento in un deserto americano,  dai canti propiziatori dei pescatori angolani all’abbaiare degli husky in Groenlandia… Tutti possono partecipare, si è già costituito un archivio di documenti sonori  provenienti da ogni parte del mondo. Poiché “suono” ha qui un’accezione ampissima, è naturale che questo archivio tenderà ad assumere immense proporzioni. Vi rimando a questo articolo.

Archival sounds recordings è invece una collezione di testimonianze sonore raccolte con rigore scientifico dalla British Library, che le ha sistemate in categorie come “Accents and dialects” “Environment and nature” “Oral history” “Jazz and popular music”, ecc. Sul sito è possibile ascoltare – ma non scaricare – centinaia di tracce, e io per una volta ho rinunciato alle Chansons de Bilitis, a de Falla e ai Radiohead per deliziare le mie orecchie con

 A rich tapestry. Hungarian soundscapes

Amazon riverside at night. Colombia

Atmosphere – various birds calling round the pool. South Africa

… e così ho viaggiato  in affreschi sonori ricchissimi, tridimensionali, pieni di vita. Penso infatti che  un'”immagine sonora”, ancor meglio se non associata a un corrispettivo visuale, sia dotata di una capacità evocativa molto più penetrante ed efficace di un’immagine visiva.

 

6 commenti leave one →
  1. arte64 permalink
    20 marzo 2010 18:49

    Ma questa è una cosa meravigliosa!
    Mi piace tantissimo!
    Sto parlando di Archival Sounds Recordings, l’altro non l’ho ancora ascoltato.
    C’è di tutto!

    • taniapallabazzer permalink*
      20 marzo 2010 22:43

      Anch’io trovo che sia una cosa meravigliosa, cara Arte! In quell’archivio c’è davvero di tutto, tutte le espressioni artistiche e verbali umane, tutti i suoni della natura…e questo materiale sonoro è conservato ed organizzato con cura.
      Anche l’altro archivio è particolare, contiene pure suoni prodotti da macchine o suoni e rumori provenienti da situazioni metropolitane, da eventi pubblici: e sono tutti documenti sonori che gli autori vogliono conservare anche per ragioni affettive. C’è uno che ha registrato il suono delle onde sugli scogli della zona di Kjerringoy (la o col taglio non ce l’ho…)…

      • 22 marzo 2010 10:13

        Uh che bello, lo dovrò ascoltare.
        Sai che Kjerringøy significa l’isola delle donne?
        (tutto questo, solo per sfoggiare la mia ø: ØØØØØØØØØØØØØ!!)

        😀

      • taniapallabazzer permalink*
        22 marzo 2010 20:05

        Non vale!!!!

        …Non ne sapevo il significato, e non ero certa che si trattasse di un’isola o una penisola – anche se da quelle parti ci sono stata, sono stata a … Bodo (o + / …sigh).

  2. monicavannucchi permalink
    22 marzo 2010 22:05

    che meraviglia, Tania, ci fai fare grandi scoperte! Mi sembra interessantissimo sapere che esistono questi archivi, girerò l’informazione a mio marito e altri amici musi/ cologi/ cisti/ comani! bacioni, monica

    • taniapallabazzer permalink*
      22 marzo 2010 23:28

      Quando ho fatto questa scoperta ero molto piacevolmente sorpresa anch’io, è davvero interessante! Baci.

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