Una lezione su… Das Wohltemperierte Clavier
Se la lezione di danza classica ha bisogno, per l’accompagnamento dei suoi passi, della “quadratura” musicale, è pur vero che, quando un pianista ha l’occasione di collaborare con un maestro di danza dotato di spiccata musicalità e curiosità – oppure semplicemente libero di agire secondo le proprie convinzioni – è bene che ne approfitti per costituire l’agognata eccezione alla regola. Così ho avuto la possibilità di costruire una lezione (“dimostrativa”) per un corso superiore su musiche tratte da Das Wohltemperierte Clavier bachiano. Benché il linguaggio contrappuntistico, dietro ragioni compositive differenti per i preludi e per le fughe, per sua natura sfugga alla regolarità delle cadenze e dei percorsi armonici, è comunque possibile stralciare da composizioni barocche sezioni costituite da gruppi di quattro battute; oppure, com’era stato fatto in quell’occasione, è possibile utilizzare le musiche integralmente, rinunciando per una volta alla suddivisione “accademica” dei passi.
Ecco dunque la sequenza della lezione per quanto riguardava la sbarra e l’adagio al centro:
Breve inchino e Plié: Preludio in Fa minore BWV 881 (Das Wohltemperierte Clavier, II libro) che vi propongo in questa assorta interpretazione di Friedrich Gulda.
Tendu e Jeté: Fuga in Do minore BWV 847 (I libro), di nuovo nella concentrata interpretazione di Gulda (preceduta dal preludio).
Rond de jambe: Preludio in Do diesis maggiore 872 (II libro), nella delicata esecuzione di Hélène Grimaud.
Fondu: Preludio in Mi maggiore 854 (I libro), qui nell’interpretazione di un Vladimir Ashkenazy molto giovane…e davvero poco originale.
Frappé: Preludio in re minore BWV 875 (II libro) eseguito da Glenn Gould, che qui non fa tanto il matto, adottando un tempo d’esecuzione credibile senza perdere la consueta sonorità morbida e gentile (notate le bellissime foto del grande – e altresì bellissimo – pianista scorrere nel video).
Rond en l’air: Preludio in La bemolle maggiore BWV 862 (I libro), proposto da Valery Afanassiev, in un’esecuzione risoluta e quasi “marziale” (nel senso barocco del termine), che ho scelto perché è l’unico interprete ad avere il coraggio di adottare davvero un tempo barocco, tra l’altro non lontano da quello adatto al passo di danza. Ma anche la versione di Richter è graziosa (benché io non riesca più, e da tempo, ad ascoltare gli abbellimenti realizzati dalla nota reale…).
Petits battements, poi Grands battements e corsa al centro: Preludio in do minore BWV 881 (I libro) nell’idea di Glenn Gould, meno atletica rispetto a tanti suoi colleghi; ma anche quella di Afanassiev è interessante.
Adagio al centro: Preludio in sol minore BWV 861 (I libro) suonato dal tenero Glenn Gould, ma perché non anche da Rosalyn Tureck, pur con il suo fraseggio romantico.
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Accidempolina! Stramaledizione alla mia quasi nulla educazione musicale infantile-adolescenziale-giovanile! E’ vero, già da adolescente compravo e ascoltavo i 33 giri della Fabbri, e alla sala da concerti di Reggio Calabria – accanto al Duomo – erano gli anni 1963-64-65-66, ho assistito a più di una esecuzione di opere di ‘musica classica’. Ma non ho studiato uno strumento… Non parliamo della danza… Per fortuna, da qualche anno, sul sito-rivista, grazie a Venises, comincio a sentire e apprezzare qualcosa più chiaramente, più distintamente. Ora arrivi tu! Stragrazie.
Ma infatti io ho scoperto Fulmini e Saette grazie ad un articolo di Venises!
Grazie a te, invece.
Decisamente al di sopra delle mie possibilità di commento. Però, apprezzo e imparo.
🙂
D’altronde la musica ha bisogno soprattutto di ascoltatori – ancor prima che di suonatori – e senz’altro prima che di profondi intenditori.
Mi dai il tempo di ascoltare tutte le proposte? magari mi viene un’idea… m.
Come no!!! Tieni conto che la scelta degli interpreti è rimasta, come sempre, vincolata dai video disponibili in rete…
l’idea che poi mi è venuta (ma non è una genialata, lo riconosco) sarebbe di usare queste stesse proposte , in ordine diverso, per una lezione di contemporanea… e vedere che effetto fa. poi mi spiego meglio quando ci vediamo, dai! m.
Perché no? A volte mi è capitato (con la Limòn ad esempio) di usare musiche barocche a lezione, sempre scegliendo quelle quadrate, però. Ma si potrebbe fare un lavoro di musica/danza su brani originali anche non quadrati. Secondo me la musica …diciamo…”pura” (pura=non romantica o neoromantica) è adattissima per la danza contemporanea.